ASCA - Toniolo: Buttiglione, sua l'idea della supremazia etica sull'economia - Se si fosse realizzata la Democrazia cristiana da lui vagheggiata l'Italia non avrebbe conosciuto il fascismo e (forse) la guerra
Roma, 28 aprile 2012 - Giuseppe Toniolo precursore del personalismo cristiano che ha storicamente ispirato una terza via tra socialismo e liberismo, ma soprattutto l'idea del prevalere, non discutibile, dell'etica sull'economia è evocato da Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc, che in Toniolo -che presto sarà dichiarato beato da papa Ratzinger- vede anche una grande occasione storicamente persa dal nostro Paese. Se allora, ai primi del '900, si fosse realizzata la sua idea di "democrazia cristiana" forse, sottolinea Buttiglione, la storia d'Italia avrebbe avuto tutto un altro corso e probabilmente ci saremmo risparmiati il ventennio fascista. ''Toniolo -spiega Buttiglione- ci insegna che le scienze sociali studiano le azioni dell'uomo concreto. è l'uomo che plasma la storia. Non è l'economia che fa l'uomo ma è l'uomo che fa l'economia. L'economia è dunque una scienza storica ed è anche una scienza morale. è storica perché società diverse danno forme diverse alla loro azione economica, ed è una scienza morale perché nel dare forma alla nostra società esercitiamo una responsabilità morale''. Ma in tutto questo non c'è una forte carica di utopia e di astrattezza? ''La visione che abbiamo di noi stessi, della società e dell'agire economico non rimangono senza effetti sulla realtà ma finiscono con il modellarla. Naturalmente -dice Buttiglione- influiscono sulla economia non le convinzioni superficiali ed astratte ma quelle concrete e profondamente sentite. Toniolo non è un idealista ingenuo. Sa che nel plasmare la società ogni generazione non comincia da zero ma deve fare i conti con l'eredità del passato, con strutture consolidate che cambiano solo lentamente e con grande fatica. Sa anche che si dà forma alla società non da soli ma insieme con altri e quindi non c'è trasformazione sociale senza un lavoro di trasformazione e di conversione sociale che deve fare i conti con la durezza e la pesantezza della storia e della società''. ''Toniolo pensa tuttavia che tutto questo non annulla ma rende invece concreta la responsabilità di costruire una società veramente umana. Una società in cui -spiega ancora Buttiglione- sia forte la visione cristiana della persona umana genererà un ordine diverso da quello proprio di una società in cui gli uomini si concepiscano solo come individui isolati oppure come molecole di una massa sociale. Per questo Toniolo si oppone sia al socialismo che al liberalismo e cerca una terza via, la via di una libertà regolata". è in questo quadro che Toniolo elabora il suo concetto di comunità che rompe con una visione corrente, anche in campo cattolico, centrata sull'individualismo e sulle elite, coniugato peraltro in antitesi alla società socialista?. ''Il cristianesimo - fa osservare Buttiglione - vede la persona come libera ma chiamata a costruire comunità. Il soggetto della attività economica non è la società, come pensano i socialisti, ma neppure l'individuo isolato come pensano i liberali. Il soggetto adeguato è la persona che liberamente si lega con altri costruendo comunità. Nelle comunità il lavoro degli uni si articola con quello degli altri, lo sostiene e ne è sostenuto in una rete di reciproca solidarietà. Di queste comunità due sono centrali, anche economicamente. Una è la famiglia. La piccola impresa, che Toniolo ha studiato a fondo, è per lo più la proiezione economica della famiglia. L'altra comunità è la città. L'economia è politica ed è anche civile. Ambedue gli aggettivi, politico e civile, fanno riferimento alla stessa realtà della città (polis in greco e civitas in latino)''. ''Dietro l'idea di democrazia cristiana, così cara a Toniolo, c'è la convinzione che senza un ordinamento di libertà regolata e contenuta dalla solidarietà la democrazia è destinata a corrompersi ed alla fine a morire. L'energia morale per una costruzione democratica, che la stabilizza e le permette di resistere alla tentazione della corruzione e degli egoismi particolari viene dalla radice cristiana della cultura della città. Di qui la responsabilità politica dei cattolici che non è quella di costruire un blocco cattolico a difesa dei loro valori ma quella di mettere la loro unità al servizio della costruzione della unità del popolo e del suo bene comune''. ''Nei suoi ultimi anni Toniolo -ricorda Buttiglione- fu testimone doloroso dello sfaldamento della democrazia italiana. Nel 1904 Sturzo avrebbe voluto fondare un partito di democrazia cristiana. Non gli fu permesso. Se lo avesse fatto probabilmente all'Italia sarebbero state risparmiate due guerre mondiali ed una dittatura fascista. Oggi come allora i laici cattolici in Italia devono scegliere se esercitare liberamente insieme una responsabilità per salvare e rigenerare la nostra democrazia o stare a guardare con il rischio che si ripetano tragedie simili a quelle del passato". Dove è presente oggi la eredità di Toniolo? ''Le sue intuizioni migliori sull'ordine sociale -sostiene Buttiglione- le ritroviamo nella enciclica Caritas in veritate. La sua visione della economia riecheggia nella idea di economia civile di Stefano Zamagni. La preoccupazione per un impegno dei cattolici per costruire l'unità della nazione vive laicamente nel nostro impegno politico".