ASCA - Toniolo: Fioroni, è stato l'Abramo del cattolicesimo politico italiano
Roma, 28 aprile 2012 - ''Toniolo è il primo a fare uscire i cattolici italiani dalla marginalità politica che derivava loro dalla Questione romana e trovandosi ad agire nel pieno del non expedit di Pio IX''. Lo afferma il deputato democratico Giuseppe Fioroni intervistato dall'Asca sul ruolo e l'importanza che per il mondo cattolico ha avuto Giuseppe Toniolo che sarà proclamato beato da Benedetto XVI. ''La sua straordinaria attività politica è fondata sul principio della dignità della persona umana come pietra angolare del rapporto tra società e istituzioni. Questa è la visione profetica che Toniolo dipinge nell'impegno politico dei cattolici e che rappresenta una costante coerente nel tempo, per tutti i cattolici impegnati in politica". ''Toniolo -spiega Fioroni- era convinto, e siamo nella seconda metà dell'800, che lo Stato non conferisce nulla, che non delega all'autonomia degli ordinamenti propri a ciascuna società intermedia. Lo Stato per Toniolo più semplicemente la riconosce e ne fa un organico coordinamento. Queste cose le ritroveremo decenni dopo in Sturzo, in Dossetti, nella discussione degli articoli 2 e 3 della Costituzione. Insomma, da Toniolo in poi è una straordinaria, continua progressione di cultura civile''. D - Ma Toniolo, oltre che sociologo, è conosciuto anche per il suo pensiero economico. FIORONI - Certamente. Toniolo più propriamente è anche il portatore di una visione antropologica della politica non economicistica. Certamente gli interessano gli aspetti economici, ma lui li declina lungo il versante dell'etica e significativamente ‘l'elemento etico quale fattore intrinseco dell'economia' è il titolo della sua tesi di docenza in economia politica. Toniolo ribadisce anche l'importanza del principio di sussidiarietà come svolta di un sistema sociale ed economico: mette insieme profitto e solidarietà. Solo dopo avere definito queste identità e averle tradotte in nozioni politiche che Toniolo si pone il problema delle alleanze. Sembra di leggere ciò che occorre oggi! Quando a Zurigo, nell'agosto del 1897, ci fu il primo congresso internazionale della condizione operaia, che vedeva insieme sindacalisti e socialisti, Toniolo commentava dicendo 'marciate separati per pugnare uniti". In questo caso Toniolo, oltre a Sturzo e Dossetti, produce, anticipa, anche quel concetto di De Gasperi sulla Democrazia Cristiana come partito di centro che guarda a sinistra. Ricordiamoci che tutto questo segnò il passaggio dal cattolicesimo liberale al cattolicesimo democratico e che Toniolo lo farà rimanendo per intero all'interno dell'ubbidienza alla chiesa che lo porterà alla contrapposizione con Romolo Murri. Io prete - diceva Murri - difendevo una giusta autonomia del laicato nelle cose civili, ed egli, laico, difendeva un rigido ed autoritario intervento dell'autorità religiosa". D - D Toniolo si parla anche come precursore sul piano culturale dei cattolici, fino a prefigurare quella che divenne l'Università Cattolica realizzata poi da padre Gemelli. FIORONI - ''Credo che Toniolo nel passare dal cattolicesimo liberale a quello democratico, di cui è il precursore, ha sviluppato l'importanza di una cultura politica che vivificasse lo sforzo di giustizia sociale, la crescita e lo sviluppo del Paese. Ha messo a fuoco anche l'importanza fondante di dare vita ad una fucina di pensiero, di idee, di ricerca, di approfondimento che avesse in più la scelta formativa di essere cattolici impegnati in prima persona, con la propria faccia e le proprie convinzioni su tutti i versanti dell'agire e della cultura. Credo che proprio questa sia stata l'altra sua straordinaria intuizione. Insomma lui è stato un grande seme che ha fatto germogliare il mondo cattolico: ha dato vita alla Fuci, all'Unione delle donne cattoliche, ha dato vita alle Settimane sociali per cui veniva definito come un agitatore socialista cristiano. Ma lui non se ne cura perché è stato l'Abramo del cattolicesimo politico italiano".