ASCA - Toniolo: mons. Toso, cattolici imparino da sua capacitą progettuale
Città del Vaticano, 28 aprile 2012 - Pioniere del pensiero economico cattolico, ispiratore della Rerum Novarum di Leone XIII e, per certi versi, precursore della Caritas in Veritate di Benedetto XVI; ma, soprattutto, capace di portare una 'progettualità' al mondo cattolico della sua epoca, qualcosa che manca drammaticamente ai cattolici di oggi: mons. Mario Toso, salesiano, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, vede così la figura del futuro beato Giuseppe Toniolo. E in un'intervista con l'ASCA, si augura che i politici cattolici dei giorni nostri possano prendere esempio dall'economista e studioso della seconda metà dell'Ottocento che sarà elevato agli altari il prossimo 29 aprile. "Quello che è attuale di Toniolo per noi oggi è la sua attenzione a quella che oggi chiameremmo 'progettualità' - spiega l'arcivescovo che è stato promotore, con il suo dicastero, di un controverso e innovativo sul ruolo dell'etica nell'economia globale, un altro dei punti-chiave del pensiero di Toniolo. Nel 1894 cercò di elaborare un programma per i cattolici di fronte al socialismo". Questa sua capacità di organizzare e guardare oltre la contingenza, per mons. Toso, "dovrebbe essere punto di riferimento esempio anche per l'oggi": C'è una ''particolare situazione politica - la sua analisi - in cui i politici dichiarano che gli attuali partiti non sono riformabili o addirittura dicono che dopo le prossime votazioni amministrative e quelle politiche i partiti non saranno più quelli che sono ma saranno trasformati". ''Proprio di fronte a questa situazione - prosegue l'arcivescovo vaticano - bisogna dire che c'è bisogno di una particolare capacità progettuale: non basta dire che gli attuali partiti sono in crisi, che stanno crollando. Bisogna dire anche che cosa si fa allora se questi partiti non riescono a proseguire il loro cammino". Da questo punto di vista, secondo mons. Toso, ''la tensione progettuale di Toniolo per i suoi tempi è qualcosa che deve essere coltivato anche oggi". ''Per non andare in contro a degli imprevisti", aggiunge, ma anche ''per non trovarsi impreparati di fronte a degli appuntamenti storici molto importanti per il bene comune del paese''. Toniolo, ''di fronte a quelli che potevano essere i danni provocati nella società dal socialismo di allora e dal capitalismo di allora, riuscì ad indicare dei temi nuovi: l'universalizzazione della proprietà contadina, la partecipazione da parte dei lavoratori agli utili delle imprese, l'attivazione di un movimento sindacale cattolico, la fondazione di associazioni solamente operaie per tutelare i diritti dei lavoratori nei confronti dei datori di lavorò'. In questo, il futuro beato ''si è mostrato capace di leggere la situazione, di analizzare a fondo i problemi e di proporre soluzioni pionieristiche", facendo leva soprattutto sul fatto che ''il cristianesimo non è un qualcosa di anti-civile, anti-progresso, ma è invece fonte di progresso". Allora, come oggi, ci si trovava davanti ad una questione sociale che era conseguenza di una questione culturale ed etica. Per rispondere a questa situazione, Toniolo ''partì dal presupposto che il cristianesimo, con il suo genio di tipo religioso e etico aveva molto da insegnare all'economia, alla società e alla stessa politica". Per mons. Toso, il fondatore del movimento cattolico voleva ''costruire una nuova cultura che superasse la cultura della modernità includendo, anzi ponendo come elemento fondamentale, la tensione alla trascendenza. Suo proposito era quello di elaborare una nuova cultura che invece di escludere la religione la consideri fulcro di civiltà''. E in questo progetto, la Chiesa non diventava qualcosa di marginale nella modernità ma una ''fucina di nuovo pensiero e di nuova progettualità''.