ASCA - Toniolo: vescovo Pisa, insegna che contro crisi non tecnica ma valori
Firenze, 28 aprile 2012 - L'opera e il pensiero di Giuseppe Toniolo insegnano che dalle crisi non si esce ''solo con tecniche nuove'' ma ancorandole ai ''valorì' del messaggio cristiano. Lo afferma l'arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto in una intervista all'Asca in occasione della cerimonia di beatificazione di Toniolo. D - Qual è il messaggio che si può ricavare dall'insegnamento di Toniolo oggi, in un periodo di particolare difficoltà economica e di tensione sociale? R - ''Ogni epoca ha avuto le sue difficoltà ed in ogni tempo ci sono state opportunità nuove e risorse inedite: le difficoltà sono diventate occasione di crescita e di maturazione a misura dello spirito con il quale sono stati affrontati problemi ed angustie. Tutto dipende dal modo in cui, dal di dentro, ci si pone in rapporto con le vicende del proprio tempo sapendo far riferimento a ciò che non muta ed è sempre capace di indirizzare su strade sicure la riflessione e l'azione. Toniolo, come nel suo tempo, ci insegna a fondare riflessione e azione sui solidi fondamenti della Dottrina sociale della Chiesa che ha il suo cuore nel Vangelo di Gesù, guardando al valore e al rispetto della persona umana, alla formazione della sua coscienza e alla assunzione delle responsabilità che competono a ciascuno secondo la vocazione e la missione ricevuta. Toniolo insegna che certe difficoltà non si risolvono solo con tecniche nuove o diverse da quelle del passato, ma ancorando le stesse sui fondamenti dei valori perenni del messaggio cristiano, ai quali è sempre necessario far riferimento, per non smarrire il senso della direzione da percorrere''. D - Sia con l'impegno per l'Azione Cattolica che per la FUCI, Toniolo rivolse grandi attenzioni ai giovani. Cosa direbbe ai giovani di oggi ? R - ''In una lettera che Toniolo scrive al figlio Antonio nel giorno della sua laurea, sono espressi con grande precisione gli insegnamenti che ancora oggi sono necessari per un giovane chiamato ad impostare il suo stile di vita. Potremmo riassumerli in grande sintesi nella fedeltà a Dio e al Vangelo e nella fedeltà all'uomo. Un giovane deve essere aiutato ad inserirsi nel mondo del proprio tempo, ben sapendo quali sono i terreni solidi sui quali è possibile costruire il futuro e quali sono invece le sabbie mobili nelle quali tutto affonda. Per conoscere ciò c'è bisogno di non rimanere alla superficie delle cose, bensì occorre crescere in profondità; occorre essere consapevoli che non c'è opposizione tra scienza e fede e che anzi, non esiste vita piena dell'uomo se non si spazia anche nell'orizzonte del soprannaturale. Ed infine che prima di tutto e sopra tutto occorre avere una regola di vita spirituale, grazie alla quale intensificare e far crescere sempre di più il proprio rapporto con Dio nella preghiera e nella vita di pietà e con la Chiesa nell'obbedienza ai suoi pastori. Cose semplici, basilari, che però, oggi, spesso vengono ritenute sorpassate e che invece hanno bisogno di essere ripresentate in tutta la loro valenza spirituale e culturale''. D - Cosa significa per Pisa avere accolto Toniolo e conservare oggi la Domus aperta al pubblico dopo il restauro? R - ''E' interessante notare che, come spesso accade, certi personaggi, si manifestano in tutta la loro grandezza soprattutto sulla distanza. Se a Pisa, vivente Toniolo, si guardava a lui come al Professore noto per la sua scienza, ma si guardava pure a lui come all'uomo di Dio e al servitore fedele della Chiesa, nel trascorrere degli anni, mentre era cresciuta la fama di Toniolo come sociologo e divulgatore della Dottrina sociale della Chiesa, si era un po' perduto lo spessore della sua santità. Proprio l'approssimarsi della sua beatificazione ha di nuovo resa chiara la sua fama di santità grazie ad una rinnovata conoscenza della sua vita spirituale e del suo impegno con Dio. Una riscoperta per qualcuno, ma una vera e propria scoperta per tanti che ora si rivolgono a Toniolo come intercessore e protettore. L'auspicio è che la sua casa restaurata, possa diventare come è sempre stato nei voti della Chiesa pisana, luogo di irradiazione di una santità laicale offerta a tutti; riferimento per una conoscenza più ampia e profonda del pensiero sociale della Chiesa e stimolo per un servizio laicale più diffuso e competente per la realizzazione del vero bene comune nella vita sociale, politica ed economica".