ASCA - Toniolo: Vian, mostra cattolici componente fondamentale costruzione paese
Città del Vaticano, 28 aprile 2012 - La sua vicenda personale e intellettuale mostra che i cattolici ''sono stati una componente fondamentale per la costruzione del nostro Paese'': per Giovanni Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, si può sintetizzare così l'attualità di Giuseppe Toniolo, l'economista e intellettuale cattolico che, vissuto tra la seconda metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, verrà' beatificato il prossimo 29 aprile. Anzi, per Vian - il cui padre, Nello, negli anni '50 ha curato i tre volumi delle lettere del futuro beato, in quanto segretario della Biblioteca Vaticana - gli ultimi decenni hanno paradossalmente reso l'esempio di Toniolo più attuale oggi di quanto lo sia stato in gran parte del secondo Dopoguerra. Toniolo, nella sua posizione di professore di economia all'Università di Pisa e di dirigente del nascente movimento cattolico nell'Italia unita, in un'epoca in cui la partecipazione politica dei cattolici era impedita dal 'non expedit' teorizzò - e praticò - l'impegno dei cattolici nelle sfere culturale e sociale. ''Oggi - dice Vian - itinerario di Toniolo è più interessante di mezzo secolo fa, quando l'impegno prevalente dei cattolici era l'impegno politico e c'era un partito di riferimento che adesso di fatto non esiste più''. In quell'epoca ''sono tante le figure del cattolicesimo italiano che hanno avuto un itinerario in parte simile'', ricorda il direttore dell'Osservatore Romano, e alcune sono già state beatificate, come Giuseppe Tovini, il ‘banchiere santo'. Toniolo, ricorda lo storico e giornalista Vian, ebbe a vivere in "momenti particolarmente tormentati" della storia dei cattolici italiani, soprattutto durante un pontificato come quello di Pio X che - anche se non va "appiattito" solo su questo aspetto - fu molto segnato dalla repressione del modernismo, con "aspetti non commendevoli" e ''metodi anche a volte indegni della causa che voleva servire''. Malgrado il clima ''intransigente'' dell'epoca, l'impegno sociale e culturale per ridare slancio e centralità ai cattolici nella vita italiana viene ''incoraggiato apertamente'', sottolinea Vian. Il direttore del giornale pontificio mette in luce anche un altro aspetto a volte dimenticato del futuro beato: "Toniolo ha il merito di aver aperto il cattolicesimo italiano all'Europa, di averne allargato i confini, grazie ai suoi contatti con ambienti tedeschi, belgi e via discorrendo". ''E' una figura - conclude - che anticipa molto quello che è stato poi il miglior cattolicesimo italiano nel ''900'', a cominciare dall' ''impegno nelle realtà temporali, come le chiama il Concilio Vaticano, l'impegno che può essere nella politica, nel sociale''.