Europa - L'economia etica sull'altare
28 aprile 2012

La beatificazione di Giuseppe Toniolo assume oggi un particolare significato. Stiamo infatti parlando di una personalità che, sebbene poco conosciuta, penso dovrà presto essere assunta come modello non solo per la sua santità ma per la sua attività di studio e di organizzatore del movimento cattolico.

La beatificazione di Toniolo, a Roma, è stata chiesta con una lettera al papa da alcuni di noi parlamentari per sottolineare la modernità del pensiero di questo economista cattolico.

Toniolo rappresenta una vera tappa nella formulazione, nella diffusione e nella promozione operativa di quello che si diceva un tempo cattolicesimo sociale. Ora questa dizione è diventata angusta, perché l'insegnamento della Chiesa dei pontefici a partire da Leone XIII, ha progressivamente trasfuso il pensiero cattolico nella vita sociale fino a permearlo in maniera che si può dire essenziale.

In questo percorso culminante nell'ultima enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate la beatificazione di Toniolo stabilisce quasi una tappa e un punto di arrivo d'un atteggiamento spirituale e culturale che sta diventando sempre più imponente. La stessa idea di democrazia fu introdotta da Toniolo senza complessi. Trevigiano, insegnò in diverse città italiane fino a quando approdò a Pisa dove tenne la cattedra di Economia politica dal 1883 fino alla morte. L'attualità di Toniolo risiede in un aspetto fondamentale della sua opera, una specie di filo ininterrotto, cioè quello dello stretto collegamento dell'economia con l'etica che non solo non devono mai essere divise ma, addirittura, l'economia deve dipendere dall'etica.

Ma in lui viveva anche l'idea d'un confronto storico con altre correnti politiche e di pensiero come il liberalismo e il marxismo, sottoposti non solo a critiche polemiche di contrapposizione, ma di lettura di quel mondo industrializzato stava diventando nel XIX secolo e che poi è diventato oggi, nella fase del capitalismo finanziario e della globalizzazione. Nelle opere di Toniolo, l'idea di un'economia che uscisse dall'interesse individuale per diventare sostegno di ogni politica costruttiva partecipata faceva già diventare la questione non più quantitativa ma qualitativa. Economia politica, dunque e non solo della partita doppia delle aziende. Lo stesso stato veniva già indicato riequilibratore delle differenze e delle ingiustizie nelle relazioni tra persone riunite in società organizzata.

Toniolo sta alla base prima dell'Opera dei congressi, poi dell'Unione popolare, infine della Democrazia cristiana intesa non solo come gruppo definito ma come corrente di intervento pubblico, delle Settimane sociali. Toniolo d'altra parte non ripeteva mai, non celebrava il passato, si rifaceva a Ozanam per il suo spirito creativo che della economia sociale non faceva una formula da impiegare ad ogni occasione, ma una prospettiva in cui il nuovo veniva scoperto, indagato e arricchito per fare crescere uno sviluppo umano che poi si sarebbe detto integrale con le definizioni di Maritain e di Giovanni Battista Montini futuro Paolo VI.

Con Toniolo, siamo dunque a una scadenza che ci deve fare ancora riflettere e indurci a qualche studio in più rispetto a interpretazioni codificate, ma anche superate.

Mariapia Garavaglia