SIR - Il genio laicale. Giuseppe Toniolo nelle parole di mons. Sigalini alla veglia a san Pietro
28 aprile 2012 - Un cristiano che "sapeva unire profonda interiorità e coraggiosa attività". Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistente ecclesiastico dell'Azione cattolica italiana, ha presieduto nella serata di oggi 28 aprile la veglia di preghiera alla vigilia della beatificazione di Giuseppe Toniolo (Roma, Basilica di San Paolo fuori le mura, 29 aprile). In piazza San Pietro - "che lo ha visto transitare non poche volte per la collaborazione con i papi del suo tempo" -, davanti a quasi tremila appartenenti all'associazione laicale, il vescovo ha tracciato un profilo umano e cristiano dell'"economista di Dio".
Mons. Sigalini ha anzitutto sottolineato l'"interiorità attiva" di Toniolo, non "un laico intimista", bensì un marito e padre, uno studioso, una persona impegnata a livello ecclesiale e sociale, che "aveva a cuore il Vangelo e lo faceva diventare buona notizia da portare a tutti, piano d'azione da sviluppare nella società e nella professione, servizio all'umanità fragile che popolava le campagne e le valli di allora, le grandi periferie delle città che cominciavano a essere popolate da masse di operai poco rispettati nella loro dignità". 
Il docente universitario che domani sarà proclamato beato mostrava inoltre "per la sua vita di fede un orizzonte universale", una "costante apertura al mondo". "Il suo essere cattolico lo sperimentava in questa apertura che gli fece da sfondo per dar vita a istituti internazionali" rivolti alla costruzione della pace e alla comprensione tra i popoli e gli Stati. "Il segreto del suo incontro con Dio" risiedeva infatti "nel cercarlo sulle strade del mondo, ai crocevia della storia dell'uomo. In tempi in cui non si immaginava nemmeno una qualsiasi forma di globalizzazione, il suo punto di vista - ha ribadito il vescovo - era sempre quello planetario". 
Nella sua riflessione, l'assistente di Ac ha poi rimarcato la persistente tensione di Toniolo a promuovere "il valore aggiunto dell'unità e della comunione" nella Chiesa e il "genio concreto di inventare strumenti per dare gambe ai sogni", operando, in tal senso, per dar vita alla stessa Azione cattolica sul versante educativo e partecipativo laicale e all'Università Cattolica allo scopo di "dare coraggio e competenza, lucidità di convinzioni e saggezza di ragioni" al laicato italiano. 
Infine una sottolineatura sull'"invidiabile" progetto di vita spirituale del professore di economia che "voleva farsi santo" e per questo "da uomo concreto che era, si dava anche tappe, tempi di preghiera, un regolamento di vita come disegno architettonico" di uno spirito "edificato su quattro mura maestre": l'ordine spirituale interiore (preghiera, eucarestia, raccoglimento, rosario...), l'ordine spirituale esteriore (doveri di sposo e di padre, attenzione ai poveri, lavoro, impegno nel mondo cattolico), l'ordine degli studi e quello della vita fisica, ovvero la cura di sé. 
Un credente lontano nel tempo, dunque, ma moderno, e in questo senso riproponibile come modello di vita e di fede per i cristiani di oggi.