ANSA - Grillo: mons. Toso, pił rivolto a sfascio che a costruzione

Città del Vaticano, 27 aprile 2012 - Nel movimento di Beppe Grillo ''un qualunquismo ci può essere e per di più questo qualunquismo potrebbe essere volto allo sfascio più che alla costruzione. Noi oggi abbiamo bisogno di persone che pur nelle ristrettezze facendo sacrifici, sappiano soprattutto essere costruttori di una nuova società e una nuova democrazia''. Lo afferma mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, a margine di un convegno promosso nello stesso dicastero insieme al Pontificio Consiglio dei laici e all'azione cattolica sulla figura di Giuseppe Toniolo, prossimo beato. ''Il vento dell'antipolitica - ha spiegato mons. Toso - non deve preoccupare più di tanto e quelli che vengono definiti antipolitici sollecitano gli attuali partiti a riformarsi. Potrebbe preoccupare - aggiunge però - se coloro che insistono nel rinnovamento della politica vanno al di là di certi limiti e anziché favorire il rinnovamento vanno a proporre solo dei movimentismi che non possono sostituire il futuro del sistema dei partiti che garantisca la partecipazione democratica''.

''L'importante certamente - ha detto mons. Toso a margine di un convegno promosso nello stesso dicastero vaticano con la figura e l'esempio di Giuseppe Toniolo, prossimo Beato - è che non ci siano deficit pubblici paurosi e che non si favorisca il consumismo per il consumismo. L'importante è che realmente ci si attivi non solo con degli accordi bilaterali, ad esempio, Germania-Italia o Germania-Francia. C'è bisogno di accordi multilaterali, più possibile allargati, se è il caso di tutti i paesi europei affrontare davvero un programma di sviluppo di tutti i popoli, specie dei più poverì'. ''Da questo punto di vista - ha anche osservato l'esponente vaticano - Monti fa bene, veramente bene a rivendicare più spazio in Europa se guadagnare spazio significa avere la possibilità di orientare le politiche in modo che non siano solo recessive''. Mons. Toso ridimensiona inoltre l'importanza dell'esito elettorale francese. Che un cambio all'Eliseo possa favorire la crescita ''e' un ragionamento di piccolo cabotaggio - ha osservato -. Qui si tratta effettivamente di cambiare registro e imprimere un nuovo corso alla politica non solo di un singolo attacco ma degli Stati europei perché ci troviamo in un momento di grande difficoltà economica, dello sviluppo e della concorrenza internazionale''. ''Si è al punto - ha concluso il presule - che l'Europa che dovrebbe essere l'Europa dei popoli secondo gli ideali dei grandi statisti, l'Europa unita, si riduce prevalentemente all'Europa dei mercati finanziari e nulla più. Occorre che la politica riprenda in mano il suo compito anche orientando la finanza''.