Scheda editoriale

Un sociologo e un economista beatificato?

Proprio questo è toccato in sorte al trevigiano Giuseppe Toniolo (1845-1918), studioso, organizzatore di cultura e fra gli ispiratori della dottrina sociale della Chiesa.

La sua figura occupa un posto importante nella storia del pensiero e dell'organizzazione del laicato cattolico: Toniolo fondò a Padova l'Unione Cattolica di Studi Sociali, collaborò con l'Opera dei Congressi, riorganizzò l'Azione Cattolica, promosse la prima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, creò la «Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie» e, nel 1894, formulò il primo programma politico cristiano democratico, il «Programma dei cattolici di fronte al socialismo».
Fu pure tra i fondatori della FUCI e a lui si deve la prima idea di quella che sarebbe diventata l'Università Cattolica.

Il carisma che lo caratterizza è costituito dalla sua complessiva visione e comprensione dei «segni dei tempi»: la precaria e incerta condizione dei cattolici italiani fra il 1870 e la nascita del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo (1919), avvenuta appena un anno dopo la sua morte.
Il nocciolo era nella capacità di capire due eventi di straordinaria importanza e complessità.

Immerso in questo clima storico-politico, Toniolo sviluppa un cattolicesimo sociale moderato e riformista e, al contempo, in un'epoca in cui le grandi masse si affacciano per la prima volta sulla scena, sceglie una via alternativa a capitalismo e socialismo, prendendo quel tanto che c'è di buono in entrambi, teorizzando la cultura della persona umana nell'economia e il rapporto che questa deve avere con l'etica per costruire una società all'insegna della solidarietà e della sussidiarietà.

L'alternativa che delinea non è la tradizionale «terza via», ma un progetto di democrazia partecipata, orientata al perseguimento del bene comune, facendo leva sulla difesa dei diritti raccordati al richiamo dei doveri. Di qui, la proposta di una soluzione della «questione sociale» che rifiuta sia l'individualismo del sistema capitalista, sia il collettivismo propugnato dal socialismo, ma creando strumenti associativi per colmare la frattura tra capitale e lavoro attraverso la formazione di rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori.

Vi sono, dunque, due modi di delineare la figura di Giuseppe Toniolo, validi entrambi: il primo nell'inquadrare la persona e il pensiero nell'aderenza ai tempi e nella traccia lasciata negli svolgimenti storici successivi; il secondo nel seguirlo nel porre le basi della dottrina sociale della Chiesa, che rivela ancora oggi tutta la sua fecondità.

Oreste Bazzichi segue entrambi e presenta ai lettori una persona che ha saputo coniugare fede e vita professionale, partecipazione religiosa e attività laicale, rigore scientifico e solidarietà, impegno sociale e vita spirituale.

Completa il volume un'appendice antologica di brani scelti e una bibliografia essenziale.